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L’aggiornamento delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze è un tema molto caldo: le modifiche apportate nell’ordinanza ministeriale introducono per il biennio 2026-2028 cambiamenti significativi non solo in termini di organizzazione delle supplenze, ma anche in relazione ai diritti dei precari.
Il nuovo algoritmo promette infatti una maggiore equità e trasparenza, ma solleva al contempo interrogativi su come queste modifiche impatteranno sul lavoro quotidiano dei docenti.
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La peculiarità più discussa è la modifica dei punteggi, con particolare attenzione ai titoli e all’esperienza pregressa: il sistema infatti non si limiterà più ad una semplice verifica dei punti, ma terrà conto di una serie di variabili che potrebbero influenzare la posizione in graduatoria dei docenti, favorendo i supplenti con una lunga carriera alle spalle (ma anche quelli con esperienze più recenti o formazione specifica).
Aumento delle tutele
Le novità non si fermano qui: con l’aggiornamento aumentano anche i diritti e le tutele per i supplenti.
Tra le principali misure in favore dei precari si segnala una sorta di “potenziamento” dei contratti a tempo determinato e l’introduzione di tutele sanitarie che ne migliorano la sicurezza lavorativa; vengono inoltre estesi alcuni diritti relativi alla malattia e alla maternità, garantendo loro una maggiore protezione.
Un altro aspetto positivo riguarda l’inclusione di alcune categorie di docenti, come quelli con disabilità o che hanno carichi familiari rilevanti: tali gruppi potranno godere di un trattamento preferenziale, ricevendo una maggiore attenzione nella distribuzione delle supplenze.

Se però da un lato questo sembra un passo in avanti, dall’altro c’è il rischio che alcune scuole possano trovarsi in difficoltà nel gestire una mole crescente di contratti in un momento caratterizzato da carenze di personale.
Le preoccupazioni del CSPI
Non tutte le modifiche proposte sono state accolte favorevolmente: il CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione) ha espresso forti riserve, in particolare per quanto concerne il nuovo algoritmo: secondo tale autorevole parere il sistema di assegnazione potrebbe infatti risultare troppo complesso, creando confusione tra i docenti e le scuole.
L’introduzione di criteri aggiuntivi per determinare la posizione in graduatoria potrebbe poi non garantire una maggiore equità, ma al contrario penalizzare alcune categorie di supplenti (soprattutto quelli con meno esperienza o che non possiedono titoli aggiuntivi rispetto alla laurea).
Le riserve del CSPI si concentrano anche sulla gestione delle supplenze: la preoccupazione principale riguarda il rischio di ulteriore caos amministrativo, in un sistema già sovraccaricato da tante procedure burocratiche.
Una riforma necessaria (ma controversa)
In sintesi l’aggiornamento GPS per il biennio 2026-2028 si presenta come una riforma che mira a migliorare l’equità del sistema di assegnazione delle supplenze, ma non senza creare qualche preoccupazione: l’introduzione di un algoritmo più complesso, le novità legate alle tutele dei supplenti e le riserve sollevate dal CSPI pongono interrogativi sul reale impatto di queste modifiche.
Se da un lato tali novità sembrano andare nella giusta direzione garantendo una maggiore protezione per i docenti precari, dall’altro non è chiaro se il sistema sarà in grado di gestire efficacemente le nuove dinamiche: sarà dunque fondamentale monitorarne l’implementazione nei prossimi mesi, per capire se i benefici ipotizzati riusciranno a superare le difficoltà operative.
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