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E’ ormai dall’inizio di quest’anno scolastico che stiamo seguendo la “battaglia” di Elisabetta Zanchi: persuasi della scarsa attenzione che diverse categorie dedicano da troppo tempo al gruppo (numerosissimo) dei precari di Terza Fascia con anzianità ma senza abilitazione, ci siamo appassionati alla vicenda raccontandovene i vari step.

Muovendo dall’esperienza del gruppo RiPASsiamo, supportata dall’avvocato partenopeo Ciro Santonicola la Zanchi ha infatti deciso di svoltare (puntando dritto alla giustizia amministrativa) nel tentativo di risolvere un problema che coinvolge migliaia di insegnanti.

La situazione del ricorso ad oggi

Negli ultimi mesi il totale degli iscritti al ricorso è rapidamente cresciuto, arrivando a superare le 2000 unità: poiché l’ultimo giorno utile per aderire è il 30 aprile c’è però da aspettarsi che il computo finale possa essere ancora maggiore.

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Come ci aveva detto Elisabetta sin dall’inizio si tratta di un vero e proprio esercito che “sfida” le istituzioni, alle quali si chiede di non dimenticare chi – andando a supplire alle mancanze strutturali del sistema – per molti anni ha permesso alla Scuola di “andare avanti”. santonicola

Il vero protagonista di questa storia (insieme all’agguerritissima Zanchi) resta comunque l’avv. Santonicola, che fino ad ora ha preferito mantenere un profilo basso: oggi qui – per primi e in esclusiva – abbiamo modo di intervistarlo, approfondendo diverse tematiche relative al ricorso che prende il suo nome.

L’intervista all’avv. Santonicola

Avvocato, buongiorno. La prima domanda che ci preme sottoporre alla sua attenzione riguarda le motivazioni di questa azione. I numeri sono importanti, e dunque ci chiediamo: non c’era proprio modo di trovare una soluzione “pacifica”? Si ha quasi l’impressione che non tutti abbiano capito fino in fondo quanto fosse seria la questione “Terza Fascia”.

Si tratta, indubbiamente, di adesioni consistenti.

Tuttavia consideriamo che nella terza fascia delle graduatorie d’istituto si annoverano circa venti mila insegnanti precari, in possesso del titolo di studio valido per l’accesso all’insegnamento, i quali hanno prestato servizio, per almeno un triennio alle dipendenze del M.I.U.R o delle Istituzioni scolastiche paritarie, avendo sottoscritto contratti a tempo determinato, anche non continuativi. Altri colleghi hanno lavorato e continuano a lavorare da messa a disposizione.

Era onere delle Istituzioni Governative trovare una soluzione politica al problema, parliamo di insegnanti considerati dal M.I.U.R. privi di abilitazione, pur vantando anni di servizio effettivo, prestato nelle istituzioni scolastiche, unitamente al possesso dei titoli e dei requisiti curriculari necessari all’insegnamento, in sostanza abilitati sul campo.

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Parlamento italiano in seduta comune (da Wikimedia, su gentile concessione della “Presidenza della Repubblica”)

Ci può illustrare le tempistiche del ricorso dall’uscita del cosiddetto “Aggiornamento graduatorie”, così da chiarire come sarà scandito il ritmo della vertenza? In caso di vittoria quale sarà la posizione dei ricorsisti nell’anno scolastico 2017-2018?

Con il ricorso si punterà, essenzialmente, ad ottenere il riconoscimento dell’abilitazione all’insegnamento, per le classi di concorso che interessano le parti istanti.

Reso noto il provvedimento di aggiornamento delle graduatorie d’istituto, lo stesso sarà impugnato, al Tar Lazio, con notifica alla controparte (M.I.U.R.) entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del Decreto ministeriale.

Sarà richiesto, ovviamente, un pronunciamento cautelare, mirante ad ottenere una rapida inserzione, con riserva, nella seconda fascia delle graduatorie d’istituto: l’udienza cautelare sarà discussa, al netto del carico di lavoro presente in sezione giudiziaria, entro 2/3 mesi rispetto alla data di deposito dell’atto introduttivo.

In caso di vittoria gli aspiranti, iscritti in terza fascia G.I., al momento dell’avvio del giudizio, transiteranno nella seconda, diversamente, chi mai è stato collocato in graduatoria, per intenderci quelli che hanno lavorato da messa a disposizione, sarà inserito, ex novo, in seconda fascia, in attesa di essere dichiarato abilitato all’insegnamento nel merito.

A proposito. Spulciando i dettagli della legge 107/2015 sembra che per la Seconda Fascia ci sia stata una maggiore tutela: vi è infatti una postilla nella quale si dice che solo coloro i quali risultano già inseriti in tale graduatoria al momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale potranno fare il percorso approvato dalle deleghe per “entrare in ruolo”. I partecipanti al ricorso rimarrano dunque tagliati fuori?

Abbiamo previsto anche questa ipotesi, predisponendo un apposito modello di missiva/diffida, che i nostri ricorrenti dovranno inoltrare al Ministero, a mezzo PEC o raccomandata A.R., avendo cura di custodire copia della lettera di invio oltre che della ricevuta di ritorno o attestazione di ricezione P.E.C..

Con la citata missiva, a tutela dei docenti precari, in possesso di almeno tre anni di servizio didattico (180 per 3) anche non continuativi, si domanderà al M.I.U.R., alle sue articolazioni periferiche ed alle Istituzioni Scolastiche, il riconoscimento “immediato” dell’abilitazione all’insegnamento o della specializzazione sul sostegno, con conseguente collocazione nella seconda fascia delle graduatorie di istituto, per le classi di concorso d’interesse, entro la data di entrata in vigore del decreto Legislativo di riordino adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria.

La lettera di messa in mora rappresenterà, in giudizio, elemento di prova per dire al Collegio Giudicante: “Rivendichiamo il riconoscimento dell’abilitazione già dal momento antecedente all’entrata in vigore del nuovo piano di reclutamento, fase transitoria, per cui riteniamo che i nostri assistiti possano, una volta dichiarati abilitati, essere destinati alle nuove graduatorie regionali di merito, finalizzate all’immissione in ruolo, senza dover sostenere alcuna selezione, ma solo un colloquio orale non selettivo”.

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Probabilmente tanti altri vorrebbero aderire: quali sono i presupposti su cui si basa il ricorso? Ovviamente ci dica solo ciò che è lecito raccontare, non vogliamo certo rischiare di fornire troppi dettagli sulla strategia che seguirà il suo staff.

Domanderemo, per il tramite del Tar Lazio, l’intervento della Corte di Giustizia Europea, avendo i docenti consacrato un’esperienza didattica “maturata sul campo”, che li ha resi abilitati all’insegnamento, corrispondente all’esercizio di una “professione regolamentata”, di cui all’art. 4 del Decreto Legislativo 06 Novembre 2007 n. 206 di recepimento della Direttiva Europea del 2005/36/CE del Parlamento Europeo.

Ormai il Ricorso ha varcato i confini in cui è nato, e molte realtà ne sono ora a conoscenza: quali sono state le reazioni dei vari attori che ruotano attorno all’universo “Scuola”? Ce n’è qualcuna che l’ha particolarmente colpita (in positivo o in negativo)?

L’iniziativa ha suscitato notevole interesse ed anche un po’ di curiosità. Ci sentiamo fortemente responsabilizzati dalle aspettative che ripongono, migliaia di docenti, nel nostro lavoro.

Le reazioni sono totalmente positive e costruttive, le più significative vittorie dello Studio Santonicola scaturiscono da un lavoro di equipe con gli stessi docenti interessati al ricorso: parliamo, infatti, di una categoria professionale dal consolidato spessore culturale e sociale, vi assicuro che non può esistere legale scuola in assenza di un asse collaborativo e quotidiano con insegnanti di ogni ordine e grado.

Preciso come le stesse istituzioni governative, nel prevedere la nuova fase concorsuale riservata, non siano rimaste indifferenti all’iniziativa giudiziaria, avendo valorizzato quel requisito, riferito al possesso di almeno un triennio di servizio (180 per 3), ai fini del reclutamento, idea certamente condivisibile, con la sola differenza che, secondo il nostro punto di vista, il possesso di un servizio 180 x 3 equivale al possesso dell’abilitazione.

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Vada come vada, il gruppo RiPASsiamo ha già vinto

Certo, in epoca “social” gli strumenti per aggregare le persone si sono moltiplicati, ma chi avrebbe mai pensato che un gruppetto di docenti “arrabbiati” fosse in grado mettere in piedi un’istanza così importante? A prescindere da ciò che succederà, un risultato è già stato ottenuto: le ragioni di un sentimento che da più parti è stato sottovalutato sono tutt’altro che spente.

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    Intervistiamo in esclusiva l’avv. Ciro Santonicola, approfondendo diversi aspetti del ricorso per i docenti precari di Terza Fascia che prende il suo nome.